Da anni ormai l’Epicentro rappresenta un punto di riferimento per tanti giovani della città di San Severo. Le generazioni si succedono, cambiano i tempi, le mode, i gusti musicali ma l’Epicentro continua a svolgere la sua funzione educativa proponendo percorsi formativi umani e cristiani. Tutto viene proposto e mai imposto senza forzare nessuno, con pazienza e speranza. I giovani, ho avuto modo di dirlo tante volte, sentono il centro come una casa, la loro seconda casa dove possono giocare, fare esperienze formative, incontrare amici ed amiche. Un porto sicuro, insomma, dove trovare riparo negli anni straordinari e, spesso, burrascosi dell’adolescenza. Ma un porto non è fatto solo per dare riparo ma anche per levare le ancore, salpare e prendere il largo. E così per tanti giovani prima o poi arriva questo momento e l’Epicentro non è una realtà che trattiene, non ha muri e i suoi giovani sono senza frontiere. È il caso di Mauro Camillo che, pur restando una colonna portante del centro, ha fatto dell’impegno missionario un punto fermo della sua vita.
È il caso di Silvio Orlando che, pur trascorrendo lunghi periodi fuori San Severo a motivo del lavoro, quando torna, oltre a vivere in pieno la sua appartenenza al centro, ha trovato anche nella Caritas Diocesana una nuova realtà in cui impegnarsi con entusiasmo dando il meglio di sé.
E c’è anche il caso di Antonio Elettorale che ha vissuto insieme a noi anni straordinari partecipando a tantissime attività ed ora vive il suo impengo nella parrocchia di Cristo Re.
Esempi, non unici, che parlano chiaro di una realtà, la nostra, che non impone e non trattiene ma mira a proporre e a formare giovani senza frontiere.