Il cosiddetto campo scuola
Il cosiddetto campo scuola

Il cosiddetto campo scuola

DSC_3181Si è appena concluso il nostro 22° campo scuola che, come sempre, per me e i ragazzi, ha rappresentato un’esperienza straordinaria di vita comune, di crescita umana e spirituale. Non siamo certamente i soli a vivere questo tipo di esperienza estiva: tante parrocchie organizzano uno o anche più campi scuola ma ricordo che qualche tempo fa qualcuno mi disse con tono sarcastico: “Voi che fate i cosiddetti campi scuola”… L’intento era quello di sminuire questa attività considerandola non un momento formativo ed educativo per i giovani ma una semplice vacanza o poco più. Che dire? Evidentemente la persona di cui sto parlando non ha molto a che fare con i giovani e la loro formazione. Non è mia intenzione, in questo articolo, parlare del valore del campo scuola. Preferisco, come amo fare sempre, partire dall’esperienza. Anzitutto molti ragazzi e ragazze, per partecipare al campo, rinunciano a una parte delle loro vacanze insieme alle rispettive famiglie cosa alquanto strana tenendo presente che, almeno con noi, dovranno rimboccarsi le maniche anche per cucinare, lavare i piatti, pulire la casa e partecipare ai vari momenti formativi. Altro che vacanza! Certo non mancano i momenti ricreativi ma le vacanze sono un’altra cosa.

Michele e Silvio sono due giovani di 28 e 29 anni, tutti e due lavorano. Michele si preso una settimana di ferie per venire al campo scuola e il suo compito principale, oltre a quello di educatore, è quello di cucinare per i ragazzi. Silvio ha rinunciato ad andare alla GMG di Cracovia per essere presente al campo come educatore. Quando gli ho chiesto come mai avesse rinunciato alla GMG mi ha risposto: “Viene prima la famiglia, poi il resto”. Sono rimasto senza parole.

Detto questo credo non ci sia molto altro da aggiungere per spiegare cos’è per noi il “cosiddetto” campo scuola.