Come ogni anno alcuni giovani di San Severo hanno partecipato al treno della memoria che li ha portati in Polonia per visitare il campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau. Tra loro anche due giovani dell’Epicentro Giovanile: Andrea Romano e Giuseppe Villani che sono tornati estremamente entusiasti dell’esperienza vissuta. Di seguito le riflessioni di Andrea, Giuseppe e altri due ragazzi.
Il costo della libertà.
Otto giorni di cui due di viaggio, 1800 km per arrivare dove la vita incontra la morte, l’amore incontra l’odio, la propria identità svanisce e il chi sono io regna. Dove il proprio nome diventa un codice. Dove il calore fa spazio al gelo e il sorriso al pianto. 8 giorni intensi dove abbiamo vissuto momenti toccanti e indimenticabili dove lo spirito di comunità è diventato più forte dell’egoismo. Bisogna continuare su questa strada, una strada piena di inclusione, riscatto e amore verso il prossimo. Dobbiamo difenderla impadronirci e soprattutto fare una scelta. In questa settimana penso di aver raggiunto questi obiettivi e sicuramente anche tutti i ragazzi del treno della memoria. Ora ci tocca solo andare avanti e difendere questa fragile ma forte libertà. Tutti commettono errori, talvolta così gravi che nemmeno riusciamo ad identificarli, ci distruggiamo dinnanzi a loro e poi inesorabilmente lì ricommettiamo. Errare è umano ma come possiamo evitare che gli sbagli si ripetino? Nel 2024 ancora ci uccidiamo l’un l’altro, l’odio permane nella nostra società, le differenze culturali diventano strumenti di divisione e non di arricchimento. Questo accadde nel 1941
vennero a prendere prima gli zingari perché rubavano, gli oppositori politici perché andavano contro i nostri ideali, i prigionieri di guerra perché invasero i nostri territori, poi gli omosessuali, gli ebrei perché “contaminavano” la nostra etnia e infine vennero a prendere pure a noi. Ecco oggi ricordare non significa schierarsi da una parte buona o cattiva. Ricordare oggi ci permette di capire che in fin dei conti l’uomo ricade nei suoi stessi sbagli.
Andrea Romano
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Giunti alla fine di questa memorabile esperienza cercherò di esprimere al meglio quelle che sono state le sensazioni vissute con occhi di persone che credono di sapere e conoscere la storia, ma in realtà siamo ben lontani dalla pura verità.
Arrivati a Cracovia, nel primo giorno di visita, noi ragazzi abbiamo avuto la possibilità di ripercorrere la storia della città, assaporando la vera essenza della “Cracovia Antica” passando anche per il quartiere ebraico e la simbolica sinagoga Remuh.
Noi tutti siamo soliti essere superficiali sulle mere origini di ciò che ci circonda ma, con l’opportunità offertaci dalla associazione “Treno della Memoria”, abbiamo potuto comprendere il cuore della cultura polacca.
Grazie alla coinvolgente visita teatralizzata della città, ci siamo potuti immergere e immedesimare nella Germania dal primo dopoguerra fino alle elezioni del NSDAP. In questo modo, è stato possibile percepire come parte della popolazione tedesca tentava di trovare un senso all’esistenza nonostante l’orrore di cui era circondata e, tentava di sottrarsi all’odio distruttivo e alla logica vittima-carnefice. Osava sperare nella preminenza del bene, osava credere nell’uomo nonostante tutto.
È indispensabile una consapevolezza critica della memoria, connessa con la coscienza e con la volontà di conservarla per guardare al futuro con consapevolezza per non ripetere gli errori-orrori del passato.
Il nostro compito oggi è, dunque, di riappropriarci di quella storia e trasformarla in progettualità per il tempo presente e futuro, di fronte a qualsiasi pericolo di violenza.
Giuseppe Villani, Letizia Fanizzo, Luciano De Angelis