Proprio ieri sera, durante la consueta riunione del mercoledì, insieme ai giovani dell’Epicentro ho affrontato il tema della violenza dilagante nella nostra città: qualche giorno fa l’incendio dell’ingresso del Liceo Scientifico, una bomba fatta esplodere ai danni di una attività commerciale e colpi di pistola contro l’abitazione di un pensionato si pensa a scopo intimidatorio. Questa mattina apprendo dalla stampa locale che altre tre bombe rudimentali sono state fatte esplodere ai danni di altrettante attività commerciali. Stare in silenzio è diventato insopportabile tanto quanto la rassegnazione che si respira. Ciò che più sconcerta è la “banalità del male” che sembra ormai di routine: si spara, si fanno scoppiare ordigni così come si va a fare la spesa o si porta i propri figli a scuola. Reagire è un dovere morale e civile. I giovani sognano di scappare via dalla nostra città per avere un futuro migliore e più sicuro mentre il futuro di San Severo appare sempre peggiore e meno sicuro.
Eppure sono ostinatamente convinto che questa città può e deve farcela perché il suo tessuto sociale è buono, la maggioranza della gente è onesta e laboriosa così come la stragrande maggioranza dei giovani è buona e desiderosa di impegnarsi. Ci sono associazioni, esperienze di volontariato e di servizio, fermenti positivi che fanno ben sperare… Bisogna metterle in luce per combattere le ombre. “Non ho paura della cattiveria dei malvagi, ma del silenzio degli onesti”, diceva Martin Luther King e allora basta tacere! Io e i ragazzi dell’Epicentro faremo di tutto per farci sentire e ci auguriamo che in tanti facciano lo stesso. San Severo non deve morire!