Nuova (e ultima) lettera di Mauro da Cotiakou
Nuova (e ultima) lettera di Mauro da Cotiakou

Nuova (e ultima) lettera di Mauro da Cotiakou

DSC_5287Scende la pioggia ma che fa!

Così recitava una canzone, non dei miei tempi, anche se ormai un po’ vecchio lo sono.

Ed invece la pioggia fa, sicuramente fa tantissimo. Noi, moderni cittadini, non ci facciamo quasi più caso ma la pioggia rinfresca, trasforma e colora. E in questa mattina piovosa, vi scrivo da un Cotiakou rinfrescato, trasformato e colorato dalla stagione delle piogge che, seppur ancora in sordina e tra le perenni lamentele dei contadini, è arrivata anche in questo nord del Benin.

La pioggia rinfresca le giornate, anche quando il sole splende, e rende le serate fredde per i nostri amici del villaggio. “Watu bo”, fa freddo. Ed in effetti, per dormire anch’io tiro su il lenzuolo e chiudo la porta della camera. Il mio pigiama però mi ha preceduto in Italia. Un impermeabile è divenuto il mio fedele compagno di borsa ma già un paio di volte sono rientrato fradicio a casa. Il risultato è stato qualche starnuto e nulla di più. I pozzi hanno finalmente linfa pulita e tutti hanno acqua per fare il coloratissimo bucato al pozzo o al torrente, che ha un rivolo d’acqua quasi costante, con il sottofondo musicale offerto da rospi e rane.

Il villaggio è trasformato perché, dove prima si passava, dove i sentieri tra le case erano ben netti, adesso ci sono i vivai delle piante di miglio e sorgo, qua e là campi di pomodoro, fagiolini, mais; dietro casa addirittura le risaie; i capretti ed i maiali sono legati a paletti per evitare che divorino quanto coltivato con fatica nei campi vecchi ed in quelli dissodati a mano di recente per aumentare la superficie coltivabile a danno della boscaglia. Nel villaggio c’è poco movimento di gente. Gli uomini e tutti quelli abili al lavoro, bambini compresi, sono nei campi e ci restano fino a sera. Il tempo delle cerimonie in memoria dei defunti è passato ed una volta a casa, ci si riposa. Il ferro si batte quando è caldo e le piogge vanno sfruttate adesso che ci sono.

La cosa più sconcertante è però il colore. Venire a Cotiakou in agosto è vedere un altro villaggio rispetto al mese di febbraio. I campi coltivati ma soprattutto la forza vitale della natura stravolge il volto di questa terra, arida nel nostro inverno e fiorente nella nostra estate. Il verde è il colore che domina le montagne, ed i cieli plumbei di questa stagione gli danno un risalto eccezionale. La lotta contro le erbe del nostro cortile è impari ma comunque ci proviamo, aiutati dai ragazzi di buona volontà della parrocchia, che ogni tanto trovano il tempo anche per lavorare con noi.

Anche in casa c’è qualche cambiamento. Adesso, siamo rimasti don Leonardo ed io mentre don Angelo è rientrato in Italia. Il viaggio fino a Cotonou per accompagnarlo in aeroporto è stata un’occasione importante. Come vi dicevo nella scorsa email, ci sono stati gli esami e purtroppo solo 5 su 35 candidati del collegio di Cotiakou hanno superato il BEPC. Altra nota negativa è che nessuno dei promossi è di sesso femminile. Tra i “brevettati”, due ci hanno seguiti a Cotonou, come viaggio premio per il buon risultato scolastico. Li avrei portati tutti ma sarebbe stato impossibile così la scelta è caduta su Rodrigue e Jules. Per entrambi era la prima volta che si allontanavano oltre Natitingou. Accompagnarli nella scoperta del loro Paese è stata una gioia. Hanno visto i grandi fiumi e le foreste del sud, e modi diversi di costruire le case. Vederli assaggiare l’acqua dell’oceano mi ha fatto sorridere. Rodrigue ha addirittura fatto un semi bagno, sempre ben piantato sulla riva. Capire che ci sono molte più cose commestibili di quante io ne immaginassi, mi ha fatto sentire in imbarazzo. Visitare con loro il museo dello schiavismo di Ouidah, è stato un pugno nello stomaco più del solito. Scoprirli interessati alla storia gloriosa del regno di Abomey, estinto dalla colonizzazione francese nel 1900, mi ha fatto immensamente piacere. Vederli stanchi quanto e più di me dopo il viaggio in auto di appena 10 ore mi ha fatto sentire meno debole di quanto pensassi. Accettare l’ospitalità in famiglia per una notte, mi ha fatto sentire pellegrino. Questo viaggio, organizzato anche sentendo il parere del direttore del collegio, l’ho pensato ricordandomi della prima volta che mi portarono a Roma e di come abbia camminato per ore con il naso per aria. Speriamo che a Rodrigue e Jules, oltre che per svagarsi, questa gita sia servita a dare un’apertura mentale diversa da quella che offre la vita nel villaggio, a smontare un po’ il mito della grande città, luogo dove “è facile fare soldi”, ed a farli sentire più parte di un Paese, che dimentica spesso il suo nord, visto che tutto – commerci e politica – si svolge a sud. Ringrazio gli amici dell’associazione Free Sound Chorus perché è anche grazie al loro finanziamento che ho affrontato le spese del viaggio.

Nonostante le vacanze scolastiche in corso, giovedì mattina il direttore del collegio, alcuni insegnanti e qualche studente si sono resi disponibili ad incontrarci. La missione, grazie al sovvenzionamento di YOUR LIFE MY LIFE ONLUS, ha donato delle carte geografiche murali ed un atlante geografico al CEG di Cotiakou. Crediamo che studiare geografia sia più interessante sapendo di cosa si parla. L’occasione è stata colta per spronare gli studenti e di riflesso gli insegnanti a fare buon uso, a sfruttare a pieno, la biblioteca parrocchiale che adesso offre in consultazione i libri di testo per tutte le materie di studio. Come ha detto il direttore, adesso gli abbiamo dato la zappa per lavorare.

E per la missione è ancora tempo di preparativi.

Stiamo preparando l’apertura della scuola professionale, che partirà ad ottobre. Oltre a dover terminare l’acquisto dei materiali, bisogna andare nei villaggi e sensibilizzare la gente per questa nuova iniziativa. Torneremo inoltre a spronare per le iscrizioni a scuola e convitto femminile, con la certezza che il secondo anno della casa “Dono di Dio”, offerta da Grazia ed Antonio, sarà migliore del precedente.

Si prepara anche la festa parrocchiale del 15 agosto. Qui non c’è la tradizione del “galletto” né del mare ma vogliamo festeggiare Notre Dame de l’Assomption ugualmente con gioia e magari con i primi ignam dell’anno. Io spero ci esca anche un po’ di birra tradizionale… Analcolica naturalmente!

Io personalmente invece mi preparo ai saluti. Mi sembrava lontano il giorno ma in realtà “chiamalo che è arrivato”. L’arrivederci alla gente di Cotiakou si avvicina. Il magone stringe già alla gola. Ma non posso farci molto. Già alla partenza, nel 2013, quando tutto era un’incognita, sapevo con certezza che sarebbe finita. Sento che è giusto così. L’unica cosa che posso fare è vivere al meglio e tranquillamente la partenza ed il ritorno in Italia, dove potrò riabbracciare amici e parenti, dove qualcosa di sicuro mi aspetta. E Dio solo sa cosa.

Come promesso un po’ di tempo fa, smetto con oggi di importunarvi via email. Per chi ne avrà piacere, ci rivedremo o sentiremo in Italia a partire da settembre. Per me sarà una gioia incontrarvi.

Siete fortunati perché, come dice una cara amica, la poesia non alberga nel mio cuore altrimenti avrei potuto scrivere ancora parecchio.

A chi ha avuto la pazienza di leggere le mie interminabili lettere digitali in questi 22 mesi, dico grazie; a chi non lo ha fatto, chiedo scusa per il disturbo.

Un abbraccio,

Mauro, per l’ultima volta, da Cotiakou.