Per diverse ragioni, sono l’ultimo a scrivere per i trent’anni dell’Epicentro Giovanile. Il motivo principale è che mi riesce difficile dire in poche parole cos’è l’Epicentro Giovanile. Preferisco che siano i giovani a dirlo: i veri protagonisti di questa realtà. Nessuno meglio di loro può parlarne!
Ripercorrendo con la mente questi trent’anni, vorrei ricordare solo alcuni momenti e fare qualche riflessione. Tutto ha avuto inizio nel 1993, al mio rientro dalla Svizzera, dove avevo vissuto una bella esperienza di quasi 5 anni con gli emigrati italiani. Lo ammetto: passare da Zurigo a San Severo fu per me un trauma! Negli anni, però, ho imparato ad amare questa Città, che mi ha accolto. Oggi, pur essendo originario di Serracapriola, mi sento comunque sanseverese. Del resto metà della mia vita l’ho trascorsa a San Severo.
Al mio rientro in Diocesi, dunque, Mons. Cesare Bonicelli mi affidò il compito di dare vita ad un centro giovanile per la nostra Città. Francamente, all’inizio non mi era ben chiaro cosa dovessi fare. Iniziai e, senza neppure rendermene pienamente conto, man mano e con il passare del tempo, mi sono ritrovato ad essere parte di un progetto, che ben presto si è rivelato più grande di quanto io potessi immaginare. Un progetto, che ha portato frutti al di là di ogni mia aspettativa. Spesso in persone dalle quali non me lo sarei mai aspettato. È proprio vero che il Signore ha le sue strade, che si incrociano con le nostre senza mai coincidere con esse: “I miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie” (Is 55,8).
L’Epicentro è stato da subito una realtà aperta, plurale, accogliente, educante, in permanente cambiamento perché c’è un continuo ricambio generazionale, con nuove sfide e problematiche, ma anche con nuove risorse da scoprire e valorizzare. Ci sono periodi di “bassa marea”, quando sembra che tutto vada a rotoli, che mi fanno sentire un po’ perso… Ma è proprio in quei momenti che succede ogni volta qualcosa, che riaccende la speranza e la voglia di proseguire. È impossibile non vedere in tutto questo la presenza del Signore, che, come a Pietro, mi dice: “Uomo di poca fede, perché hai dubitato?” Chissà se e quando imparerò la lezione?! Ogni “salvataggio” da parte del Maestro è un incoraggiamento a credere in ciò che si fa, a non scoraggiarsi, a non aver paura.
In questi anni, ho visto cose così belle e meravigliose nella vita di tanti ragazzi e ragazze; ho avuto così tante gioie e gratificazioni al cui confronto le inevitabili delusioni e i fallimenti mi appaiono davvero ben poca cosa.
Ho sessant’anni anni, trentacinque dei quali dedicati da sacerdotale al servizio dei giovani. Da trenta anni vivo il mio ministero nell’Epicentro Giovanile, ritrovandomi ad essere erede dell’opera iniziata decenni addietro dai Salesiani di don Bosco a San Severo. Un impegno che ho condiviso con il gruppo Scout San Severo 1, presenza costante nel tempo all’interno del complesso dell’ex Istituto Salesiano, e con le suore Figlie di Maria Ausiliatrice, la cui opera, dopo la loro partenza da San Severo, continua grazie all’impegno di diversi laici e laiche animati dalla spiritualità salesiana.
“Ci si mette molto tempo per diventare giovani”, diceva Pablo Picasso. Aveva ragione! Negli anni, sento di essermi umanamente e spiritualmente arricchito tantissimo; di aver ricevuto, come promesso da Gesù, “Cento volte tanto”. Soprattutto, mi accorgo di avere più entusiasmo e più voglia di fare di quando ho iniziato… al punto da sorprendermi di me stesso.
Ringrazio i Vescovi che si sono succeduti alla guida della nostra Diocesi in questi trent’anni, i quali, in diversi modi, mi hanno sempre sostenuto ed hanno creduto nella realtà dell’Epicentro Giovanile. Un grazie sincero anche ai confratelli sacerdoti per la loro stima e amicizia. Ma devo dire grazie soprattutto al Signore per essermi stato sempre vicino, in particolar modo attraverso le persone che mi ha posto accanto. Non mi è mai mancato il suo conforto, neanche nei momenti più difficili. Lui, il Dio con noi, Lui che si è fatto carne per abitare con noi, per me ha il volto di Mauro, Giovanni, Sara, Andrea, Francesco, Antonio, Simona, Chiara… e di tanti altri e altre che ci sono stati, ci sono e ci saranno. Con essi e per essi prosegue il cammino dell’Epicentro Giovanile con il suo “metodo” apparentemente sgangherato che spero possa continuare anche dopo di me. Alla fine mi piacerebbe essere ricordato con le parole di don Lorenzo Milani: “Ho voluto più bene a voi che a Dio, ma ho speranza che Lui non stia attento a queste sottigliezze e abbia scritto tutto al suo conto”.
Al Signore della vita e della gioia tutta la mia gratitudine per avermi dato l’impagabile privilegio di lavorare con i giovani, miei figli, miei maestri, miei amici, cuore del mio cuore.
d. Nico d’Amicis