Vivere in tempo di pandemia 5
Vivere in tempo di pandemia 5

Vivere in tempo di pandemia 5

Tempo di pandemia… Non proprio un bel momento. Credo che ciò che dovremmo cercare di fare è vedere sempre il bicchiere mezzo pieno, anche quando ormai ci sembra che non ci sia più acqua… Credo che possa essere l’unica cosa che non ci fa affondare.
È circa un mese che sono positivo (fortunatamente asintomatico) e sono chiuso in casa da solo. Stare da soli per tanto tempo ti costringere a stare un po’ anche con te stesso e questo a volte può fare davvero paura… Perché magari sei l’ultima persona con la quale tu vorresti stare, perché magari sei costretto a pensare a tutte le cavolate che hai fatto nella tua vita… Ed è esattamente questo il momento di vedere quell’acqua, di cercare goccia dopo goccia di quel bicchiere.
Ho capito che la solitudine fa paura per questo motivo. Perché non hai più modo di scappare da te (cosa che in tempi “normali” può venire molto facile con le mille attività che possiamo fare). Fa impazzire davvero un isolamento… Ed ho la possibilità di sentire tutti quando voglio, di fare videochiamate, inviare messaggi, ma l’isolamento è brutto… Sai che non puoi abbracciare nessuno e questo mi fa pensare a quanto è brutto questo virus, che è riuscito a togliermi una delle cose essenziali della mia vita: il contatto fisico con le persone. E l’isolamento fa perdere a volte il contatto con la realtà anche (basti pensare che sono entrato in casa che faceva caldo ed ora vedo tutti con i cappotti per strada).
Penso tanto ad una nuova canzone dei Negramaro, Contatto… Per arrivare a vederti, per arrivare a toccarti, per arrivare fin qui, ho dovuto sognarti. Ho trovato il contatto, era solo in un sogno.
Ecco questo è vedere il bicchiere mezzo pieno forse: sognare.
I primi 10 giorni li ho passati a cercare di non impazzire, i successivi 10 giorni li ho passati a convincermi che fossi diventato pazzo. 🙂

Capisco sempre più l’importanza di un sorriso ricevuto e di uno magari non dato.
Capisco l’importanza, almeno per me, del contatto fisico.
Capisco che l’amore deve essere tutto, anche quando non vogliamo.
Capisco che se mi guardo attorno non sono solo.
Capisco che forse non è stato poi una cosa così negativa questo isolamento.
Capisco che dovremmo dedicarci molto più tempo di quanto facciamo di solito.
Capisco l’importanza di lasciare andare via qualcuno dalla tua vita.
Capisco che devo voler bene a Giovanni (qualcuno me lo ha ripetuto più volte).
Capisco che non sono libero se non amo.
Capisco che non mi piace raccontarmi, scrivere…
Capisco che è terribilmente liberatorio raccontarmi, scrivere (magari meglio se con carta e penna).
Capisco che potrei continuare a scrivere all’infinito ora che ho iniziato (e credo e spero che lo farò, ma per me e magari su un diario…)
IN REALTÀ CREDO CHE NON HO CAPITO ANCORA UN CA**O e che devo capire ancora tante cose…

Forse potrebbe essere questo il mio bicchiere mezzo pieno…

Giovanni Stilla